Sulla scuola

Periodicamente si accusa l’insegnamento pubblico di adempiere male al suo compito, si fanno mille piani per migliorarlo, biasimandone l’attuale livello, che ogni volta viene regolarmente giudicato il più basso raggiunto nella sua vita. Naturalmente ciò presuppone che il compito della scuola sia davvero quello di educare e insegnare, cioè quello che appare. Produce invece individui mediocri e malformati, cioè quello che fa, è esattamente quanto essa deve fare. Individui che possono mandare avanti la baracca. Forti coscienze, individualità spiccate, geni, ai quali basterebbero le Vite di Plutarco per buttarla invece all’aria, metterebbero infatti a repentaglio il senso comune della vita, e minaccerebbero da vicino l’autoconservazione. La scuola deve quindi abbassare l’intelligenza e insegnare, come fa, a stare tutti appiccicati assieme. Ciò che si finge di rimproverarle, la scialba raffigurazione di geni e talenti, lo squallido avvilimento di grandi poesie, concezioni della vita ridotte a sonnolente ruminazioni, la matematica ridotta a solo calcolo è, ne più ne meno, il suo vero compito. Essa, per natura, deve fare sorgere un senso di avversione per quanto insegna nel momento stesso in cui lo insegna. Insomma: un po’ di sentimenti, qualche emozione e l’intelligenza di un insetto. Chi insegna, insegna di fatto socialità. Questa è la sua materia universale. Ma tutto ciò si finge di ignorarlo, anzi, periodicamente, come si è detto, alla scuola si rimprovera con nobile candore il fallimento. La distruzione di ogni concetto di verità è invece il suo compito, la noia per la bellezza è quello che deve assolutamente instillare, pena i pericoli che possono venirne per intere generazioni. Un forte senso della bellezza e della verità travierebbe coloro i quali per disgrazia ne fossero presi. La scuola deve evitarlo assolutamente. La scuola reale è il vaccino per il male che inocula. E in effetti un solerte discepolo non ne sarà mai ammalato.

Francesco G Bissoli.

23 Comments

  1. Il problema con l’interagire della conoscenza è proprio perché si impara gradualmente, è una sensazione come di fare l’opposto. Il rapporto con l’inusuale che nel tempo sembra scontato per la scarsa necessità pratica, disinteressa seppure sono esercizi di valore mentale che agiscono nell’individuo per facilitare e migliorare altre qualità del pensiero come l’accesso alla memoria, le capacità di concentrazione, risvegliare la curiosità, ecc. La scuola basata sul reale avrebbe uno scopo preciso di connivenza con il futuro. Organizzate le materie pianificando il sapere che non s’impara perché è riciclato di continuo. Sarebbe interessante uno studio della coscienza di ciò che si è imparato e capire cosa riteniamo giusto ricordare.

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  2. Mi trovo molto d’accordo. Vorrei far notare che nessuno si sarebbe sognato di investire capitale in un’istruzione di massa ai tempi della società contadina. La scuola fa questo perché è nata con un unico scopo: la formazione della classe operaia-consumatrice. Così è nata, così è rimasta, perciò non ci si può aspettare niente di più, niente di meno. A noi spetta il gravoso compito di riformare una scuola che sappia cogliere e nutrire il vero talento-genio dell’individuo. Grazie per la tua analisi. Un saluto!

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      1. Claro que isso pressupõe que a tarefa da escola é realmente educar e ensinar, ou seja, o que aparece. Mais com o neoliberalismo, vem destruindo o ensino público em pró do privado. No Brasil as escola pública era de primeira linha, as pessoas que queriam frequentar precisa fazer um vestibular para clássicas ao público. Então no mundo nada é fixo tudo se movimenta para cima e para baixo. Véi o golpe civil-milatar de 1964, tudo mudou no público em deprimente ao privado. As escolas pública foram totalmente destrudas, e as escolas privadas tiveram autos investimento de governo. Portanto, fica claro que neoliberalismo tem lado visa apenas quem tem poder econômico. Aparti desse golpe 1964 só foram priveligiado o econômico. As classes baixas foram quase excluídas da educação até os dias atuais.

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  3. Completamente d’accordo con te. Il Canada suona un’altra musica. Io stesso ho tenuto lezioni ed ho visto un altro orientamento. Come docente posso solo auspicare quanto da te detto. Il problema è comunque europeo, e, mi pare non ci sia voglia, né tanto meno volontà politica di attuare riforme. Ti ringrazio della sensibilità. Un saluto.

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    1. Perchè non sei rimasto lí? Io son stata in Canada, non per lavoro ma in vacanza, e subito ho notato
      la grande diversità con la nostra cara vecchia Europa. Il Canada è una terra giovanissima con un recentissimo passato. È una terra meravigliosa ancora tutta da esplorare.

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